Armel Barraud



Armel Barraud, giovane artista d’oltralpe, ha risposto, come anche altri esponenti dell’arte contemporanea, al richiamo di una artigianalità di ritorno. In questi ultimi anni, infatti, nel panorama artistico contemporaneo si sta assistendo a un’inversione di tendenza. Gli artisti si stanno staccando dalla corrente minimalista e concettualista, privilegiando invece il recupero di tecniche artigianali, che li sta conducendo verso una riscoperta di modalità esecutive manuali.

Per la costruzione del suo messaggio poetico, Armel sceglie la tecnica del pizzo a fuselli, svincolando questa antica arte da un uso legato ad una sfera prettamente domestica, conferendogli tutta la dignità di linguaggio artistico. Ricorrere al ricamo, come modalità espressiva, significa optare per una soluzione estetica fin-de-siècle, il decorativismo, acerrimo nemico del “less is more” e quindi ideale alleato per contrastare le castigate severità minimaliste.

Le sterili superfici murarie che Armel orna intessendo trame di preziosi fili metallici, si trasformano in voluttuosi ricami parietali. I motivi decorativi geometrici e floreali fanno da sfondo ad un mondo popolato da creature animali e mitologiche ridotte, stilizzate, sintetizzate, trasformate in simboli capaci di evocare dimensioni mitiche, fiabesche. Animali da bestiari medievali, dame preraffaellite, personaggi che sembrano provenire da un lontano passato, ma che incredibilmente parlano lo stesso linguaggio dell’uomo dell’era contemporanea, perché “tecnettronici” nella loro essenza, in quanto costituiti da una fitta struttura a rete che ricorda l’ossatura del “global village” guttemberghiano.